BNF : https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb122385132

Rufus, Jordanus (1200? – 1256?)

: Ruf, Jourdain

: Ruffo, Giordano

: Jordão de Calábria

: Rosso, Giordano

« Ruffus[1], célèbre écuyer et hippiâtre calabrais. Il était chef des écuries de l’empereur Frédéric II (qui était aussi roi des Deux-Siciles), et vivait par conséquent dans la première moitié du XIIIe siècle et peut-être plus tard, car il semble avoir survécu à son maître, mort en 1250. L’ouvrage de Ruffus sur la Médecine des Chevaux semble avoir été composé entre 1240 et 1250, en langage sicilien d’après plusieurs commentateurs, en latin suivant d’autres. Il a été pendant longtemps répandu en manuscrit. Dans son Histoire de la médecine vétérinaire, M. Moulé cite 17 de ces manuscrits en latin, 8 en italien, 3 en sicilien, 1 en allemand, 4 en français, 1 en provençal et indique les dépôts, bibliothèques ou collections où ils sont conservés. II a été ensuite imprimé, mais en italien seulement, en 1492, 1543, 1548, 1554, 1559, 1561, 1363, à Venise et à Bologne, et il n’en avait été publié aucune traduction avant le commencement du XIXe siècle, époque à laquelle parut celle en latin de J. Molin. D’après le plan du présent travail, je ne donne pas la description des éditions italiennes et me borne à celle de la traduction de Molin. Il n’en a pas été publié en français. » Mennessier de La Lance (1915-1921)


« Una delle figure più importanti della letteratura equestre italiana è rappresentata da Giordano Ruffo di Calabria : Molto scarse sono le notizie e frammentarie della sua vita. La sua famiglia appartenne alla piccola nobiltà, agli equites, ma assurse ai sommi vertici per volontà dell’imperatore Federico II. Le cronache tramandano che Giordano Ruffo era abilissimo nell’arte equestre, nella doma, nell’addestramento dei cavalli e nella loro cura a tal punto che l’Imperatore lo chiamò a corte e gli affidò la responsabilità degli allevamenti imperiali ricoprendo l’alta carica onorifica di miles in marestallas, ossia marestallus. Ricordiamo che nel Medioevo il termine Marestallus designava il veterinario-maniscalco, vale a dire colui che si occupava della salute dei cavalli.
Giordano Ruffo si formò culturalmente nella colta corte cosmopolita di Federico II dove erano riuniti le migliori menti dell’epoca. Ebbe modo di consultare le opere dei più illustri autori di scritti riguardanti i cavalli, bizantini, greci, arabi. Giordano Ruffo di Calabria è l’autore del primo, più antico, trattato riguardante la cura, in senso lato, dei cavalli : il De medicina equorum o Hippiatria terminato dopo la morte di Federico II avvenuta nel 1250. La data precisa della pubblicazione dell’opera è ignota, comunque prima del 1256, anno della sua morte.
L’opera ebbe un’ampia risonanza nell’arco di quattro secoli, citato ancora da tutti gli scrittori del Rinascimento. Fu tradotta e qualche volta manipolata, in numerose lingue e più volte ristampata: Si conoscono oltre 26 manoscritti in latino, 5 in francese, alcuni in siciliano, in catalano, in provenzale, in tedesco. La prima edizione a stampa in italiano risale al 1492 edita da Gabriele Bruno a Venezia. Seguiranno altre edizioni : Venezia 1544,Venezia 1561, Bologna 1561, Venezia 1563, Brescia 1611 e 1640.
In Italia l’edizione più fedele al testo latino è opera di Hieronymo Molin pubblicata Padova nel 1818 con il titolo di Jordani Ruffi Calabriensis. Hippiatria. Maria Anna Causati Vanni nel 1999 ha pubblicato (Velletri, Editrice Vela) una traduzione in italiano con testo critico a fronte dal titolo di Nelle scuderie di Federico II Imperatore ovvero L’arte di curare il cavallo. Il trattato, scritto in latino, si articola in due direzioni: ippologia e ippiatria. Strutturalmente ricalca l’impostazione del De arte venandi dell’Imperatore Federico II. E’ suddivisa in sei libri intitolati: 1 De generatione et nativitate equi. 2 De captione et domatione equi. 3 De custodia et de doctrina equi. 4 De cognitione pulcritudinis corporis equi. 5 De aegritudinibus naturalibus venientibus 6 De accidentalibus infirmitatibus et laesionibus equorum.
Il ruolo dell’autore è essenzialmente quello del maestro che mette a disposizione degli alunni il suo sapere. Lo scrittore fu il primo a trattare dell’importanza della ferratura dei cavalli ed a esaminare i problemi degli zoccoli, fornendo un piccolo trattato di “podologia” all’interno della sua opera. Una attenta lettura rivela già un atteggiamento “etologico” ante litteram nei confronti dei cavalli.
Degno di nota è la parte riservata alle imboccatura, argomento ampiamente trattato da tutti gli autori dei secoli a venire. Elenca ben 57 malattie e per ognuna propone una cura, nei limiti delle scarse conoscenze dell’anatomia del periodo. » Mario Gennero (2019)


1. Il est aussi appelé Jordanu Russu, Jourdain Ruf, Jordan Roux ou Rous.