BNF : https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb16769670f

Ruini, Carlo (1530? – 1598)

« Célèbre hippiatre italien, sénateur de Bologne, mort en 1598. Ruini est l’auteur d’un important ouvrage sur le cheval, publié à Bologne l’année même de sa mort. » Mennessier de La Lance (1915-1921)


« Carlo Ruini (tra 1530-1533-1598). Incerta risulta la data di nascita del conte Carlo Ruini di Monte Cogaruccio e di Zola, mentre è ben nota quella della sua morte. E’ l’autore più rappresentativo del XVI secolo per quanto riguarda lo studio dell’anatomia del cavallo. Nella sua opera ritroviamo la dotta figura dell’umanista i cui interessi spaziano dalle lettere alle scienze. Il trattato Dell’Anotomia et dell’infirmità del cavallo, fu pubblicato a Bologna presso gli Heredi di Giovanni Rossi, nel 1598. 
Nel 1599 a Venezia presso Gaspare Bindoni il Giovane, apparve una seconda edizione, sempre in folio, formata da due volumi, talvolta legati in uno con il titolo di Anatomia del Cavallo.... Fu ben presto conosciuto sia in Italia sia all’estero tanto che cinque anni dopo la sua pubblicazione comparve a Frankfurt una traduzione integrale in tedesco dal titolo di Anatomia et Medicina Equorum Nova. Horace de Francini, che si dichiara nipote dell’autore, pubblicò in francese, nel 1607, Hippiatrique. Si tratta essenzialmente della traduzione in francese della seconda parte dell’opera di Carlo Ruini. Per due secoli godette il lavoro dello studioso bolognese godette di una risonanza europea fino all’avvento dei francesi Lafosse e Bourgelat. Lo storico transalpino Cuvier, parlando dell’opera di Ruini, asserisce che si tratta del miglior studio dei secoli XVI e XVII, ampiamente copiato, a volte plagiato, dalla maggior parte di coloro che scrissero sull’argomento. Il conte Ruini può essere certamente ritenuto il fondatore dell’anatomia veterinaria, in particolare del cavallo, mentre per quanto riguarda lo studio delle malattie “non fu che un chiaro e dotto illustratore” secondo l’osservazione di Giovan Battista Ercolani. Nella sua opera appaiono continuamente i riferimenti alle opere dei classici: i trattatisti greci, latini, orientali, Vegezio e, in genere, gli autori a lui antecedenti. Da tutti “raccolse lumi ed ammaestramenti e con molto senno li ordinò”.Iniziò, forse inconsapevolmente, lo studio della “psicologia” del cavallo: ”dalla cognizione dei temperamenti e dell’età degli animali, in particolare del cavallo, più facilmente si conoscono le loro infermità e i mezzi più acconci per sanarle”. Insegnò, ad esempio, che, per debolezza della vista, i cavalli sono paurosi di quello che vedono e, come si dice, sono “ombrosi”. Il Trattato sull’anatomia del cavallo, pubblicato in folio, in due volumi, il primo dedicato all’anatomia ed il secondo alle malattie e relative cure, è illustrato da 64 tavole incise su rame, a tutta pagina, la cui bellezza può trovare solo un confronto con quelle del De humani corporis fabrica di Vesalio. Fu per la meraviglia delle tavole che alcuni studiosi intravidero nei disegni di Carlo Ruini la mano di Leonardo da Vinci o di Tiziano, mentre uno studio più attento li attribuirebbe a Carraci. Le edizioni dell’opera di Carlo Ruini in Italia risultano: 1598 Bologna, Heredi di Giovanni Rossi 1599 Venezia, Gasparo Bindoni 1602 Venezia, Gasparo Bindoni 1607 Venezia, Gasparo Bindoni 1618 Venezia Fioravante Prati 1618 Venezia, Fioravante Prati 1707-1706 Venezia, Lorenzo Basegio La Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bologna ha promosso la ristampa della editio princeps dell’Anotomia e delle Infermità del Cavallo edita nel 1984 dal Li Causi Editore di Bologna. I due volumi sono accompagnati da un terzo dedicato a dotte Ricerche su Carlo Ruini a cura di Mario Fanti e Rosa Chiossi. » Gennero (2019)