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Santapaulina, Luigi (16.. – 17..)

« Luigi Santapaulina (sec. XVII-XVIII). Luigi Santapaulina, figlio di Nicola, è considerato uno degli autori più importanti della letteratura equestre del XVII secolo. Forte di una lunga tradizione familiare nel campo equestre, seguì dapprima il padre nei vari trasferimenti da una Accademia all’altra, in tante corti italiane, poi operò da solo, acquisendo fama per le sue capacità. L’Accademia Delia di Padova lo nominò primo Cavallerizzo nel periodo di maggior splendore, verso la fine del 1600. Luigi Santapaulina è l’autore di uno dei testi fondamentali della letteratura equestre seicentesca italiana L’Arte del Cavallo. L’opera è suddivisa in tre libri; i primi due rappresentano il pensiero del padre Nicola come è riportato nel frontespizio dell’opera…… Santapaulina scrisse questo libro, come si legge nella prefazione, per rendere onore e giustizia al padre. “Eccoti finalmente, Amico e Cortese Lettore, gli scritti di mio Padre, i quali fino adesso hanno dormito nel seno del mio otio cagionato dalla poco attenta Gioventù per lo più sempre volta ad altri piaceri”. Il padre aveva riunito degli scritti con l’intenzione di provvedere ad una pubblicazione che, in realtà, non si realizzò mai. Un altro autore del tempo Giovanni Battista Persa, che era stato suo aiutante e che “hebbe da lui molti beneficii, e molti ammaestramenti nell’arte… seguendo l’uso degl’uomini volgari, usò malitia & ingratitudine, trascrivendo i suoi scritti e cercando a tutto suo potere levargli il merito e la lode”. Secondo l’accusa del figlio il contenuto dell’opera di Persa, in particolare il discorso dedicato al “modo di ridurre a un numero determinato le nature de’ Cavalli”, sarebbero stati plagiati dagli scritti inediti di Nicola Santapaulina. Ricordiamo che a quel tempo il plagio, soprattutto artistico, non era infrequente e non esistevano concrete forme di protezione degli autori. Luigi Santapaulina riprende il discorso del padre nella terza parte del Libro, dedicato a “Come deva star il cavaliere a Cavallo”. “Aggiungo questi pochi capitoli -dieci- per dar a vedere, che li Cavalli, contro il parere di molti, non si ammaestrano per le sole Cavallerizze, e lo fò con intentione di sempre più accendere il Cavaliere di desiderio di esercitarsi in questa bell’arte, mostrando lui, quanto essa, come degna del favore di tutti i Prencipi, sudi al di lui vantaggio gloria & honore”. » Gennero (2019)