BNF : https://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb12018968p

Pie II (1405 – 1464)

: Piccolomini, Enea Silvio

: Pio II

: Pius PP. II

« Pape de 1458 à 1464. Écrivain humaniste, historien. Évêque de Trieste, puis de Sienne, Italie; et cardinal. » Bibliothèque nationale de France


« Enea Silvio Piccolomini (poi papa Pio II) nacque nel 1405, da una nobile famiglia senese esiliata e impoverita, a Corsignano, un piccolo borgo in Val d’Orcia, che poi, da papa, avrebbe rifondato col nome di Pienza. Enea Silvio compì all’Università di Siena gli studi di diritto cui il padre lo aveva indirizzato, ma soprattutto si applicò con grande passione agli studi di lettere classiche. Fu anche a Firenze, dove seguì le lezioni di greco di Francesco Filelfo e conobbe illustri umanisti, tra cui Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni. Nel 1431, già segnalatosi per intelligenza e cultura, fu assunto come segretario dal cardinale e umanista Domenico Capranica, che transitava da Siena in viaggio per il concilio di Basilea. Enea Silvio aderì con passione alla temperie ideologica del concilio, ovvero a una forte contestazione del potere autocratico del papa. Dopo il Capranica, fu al servizio di altri cardinali, con uno dei quali, Niccolò Albergati, viaggiò in Lombardia, Savoia e in Borgogna. Fu in Scozia in missione diplomatica. Nel 1433, di nuovo a Basilea dove il concilio continuava in crescente dissidio col papa Eugenio IV, Enea Silvio fu funzionario del concilio, arrivando alla carica di primo abbreviatore (cioè primo cancelliere); e, quando la rottura con Eugenio IV divenne completa e il concilio di Basilea elesse l’antipapa Felice V (già Amedeo VIII di Savoia), Enea Silvio fu segretario dell’antipapa e poi suo legato alla Dieta di Francoforte. Qui Enea Silvio, che all’attività di oratore e libellista degli anni del concilio aveva affiancato, fin dagli anni giovanili, una produzione di poesia profana - carmi amorosi, raccolti nella Cynthia, ed epigrammi -, ricevette nel 1442 dall’imperatore Federico III d’Asburgo la corona di poeta, e accettò un posto nella cancelleria imperiale. A Wiener Neustadt, Enea Silvio compose nel 1443 una commedia licenziosa, la Chrysis, di tono plautino, e nel 1444 una narrazione epistolare di influenze ovidiane e boccacciane, l’Historia de duobus amantibus (Storia di due amanti : salvo qualche lettera familiare, la produzione letteraria di Enea Silvio è tutta in latino). Di lì a poco, però, la vita di Enea Silvio avrebbe conosciuto un radicale rivolgimento. Nel 1445, inviato in missione diplomatica a Roma, si riconciliò pubblicamente con il papa, e, di poco successivamente, prese gli ordini sacri, che fino a quel momento, nonostante le importanti cariche ricoperte in ambito ecclesiastico, non aveva voluto prendere, sentendosi troppo inclinato alla mondanità. Sacerdote dal 1447, Enea Silvio progredì rapidamente nella gerarchia. Nel 1456 fu nominato cardinale e nel 1458 divenne papa col nome Pio II. Dopo la conversione, Enea Silvio aveva coerentemente abbandonato le opere di argomento amoroso, ma avrebbe continuato per tutta la vita a esercitare la sua penna elegante ed intelligente in opere di storia. Da papa scrisse la sua opera più importante, i Commentarii rerum memorabilium quae temporibus suis contigerunt (Commentari dei fatti memorabili che accaddero ai suoi tempi), opera autobiografica (e anche autoapologetica) scritta in terza persona come le opere di Cesare. Papa Pio II fu un intransigente assertore dell’autocrazia papale, ponendosi dunque in posizione precisamente opposta a quella conciliarista del giovane Enea Silvio a Basilea. A tale netto mutamento di idee (al di là del dato triviale che il conciliarista Enea Silvio era un funzionario del concilio di Basilea, e il papista Pio II era il papa), non sarà stata estranea la convinzione che fosse necessaria una Chiesa unita per contrastare il rapido espansionismo turco (nel 1453 gli Ottomani di Maometto II avevano conquistato Costantinopoli, sancendo la fine dell’Impero Romano d’Oriente). Pio II cercò incessantemente di bandire una crociata, ma ottenne dai prìncipi cristiani solo tiepide adesioni, o rifiuti. Infine nel 1464, dichiarando di mettersi personalmente a capo dell’impresa, si recò, benché in pessime condizioni di salute, ad Ancona, da dove la spedizione sarebbe dovuta salpare. Lì fu contagiato dalla peste e concluse la sua eccezionale vicenda terrena. La crociata non si sarebbe fatta più. » Arquint (2019)