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Sulla rigenerazione delle razze de’ cavalli — 1814 / CAMPAGNOLA Giovanni, 1814 | |||||||||
Sulla rigenerazione delle razze de’ cavalli e sulla equitazione saggio del general
Campagnola cavaliere della corona ferrea … Seconda edizione
/
CAMPAGNOLA Giovanni
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Italien |
« [...] Ne’ tempi più vicini , basterà ad onor dell’ Italia il riferire ciò che ne
dice il celebre
Bourgelat, l’ipocrate moderno dell’arte Veterinaria. Ivi : « Questi Cavalli nati in un Paese
che forma parte degli Stati Veneti sono della più grande bellezza. L’incollatura è
superba, la testa perfettamenle attaccata, e della più bella forma; il guidalesco
ammirabile; le spalle e tutte le parti del corpo esattamente proporzionate; la statura
molto elevata; sennonchè quasi tutti hanno gli occhi piccoli; il fianco è leggermente
serrato; i lor movimenti sono naturalmente cosi liberi e pieghevoli quanto quelli
del Cavallo Spagnuolo il meglio esercitato; essi ne hanno la cadenza, e le loro anche
la vivacità. »
Dopo
Senofonte
i più antichi scrittori furono gl’ Italiani.
Pasquale Caracciolo
nella lingua nostra fu il primo scrittore e maestro intorno alla equitazione di tutta
l’Europa.
La Storia ci tramanda i fatti; la Filosofia ne sviluppa le cause e gli effetti.
Al clima ed alle produzioni del suolo Italiano noi dobbiamo al certo il vantaggio
di aver avuto iu tutti i tempi de’ distinti Cavalli i quali furon non meno in pregio
come Stalloni e nelle Spagne, e nella Germania, e nelle Gallie.
In ragione del suolo infatti si sa, che in America dove non si conosceva , ancor questa
specie, al Chili prosperarono a tal segno, che superarono ben presto in figura ed
agilità i più fini Andaluzj; ed all’opposto al Messico degenerarono così che vennero
affatto deserti e per modo che di essi non si curava che la pelle.
Malgrado però l’ubertà del suolo, e l’opportunità del clima vidersi pur troppo in
ltalia degenerare le razze, perchè trasandate e neglette dopo le guerre frequenti
e devastatrici.
Tutti gli Scrittori provetti in questa materia convengono, che l’Arabo sia il primo
Cavallo del mondo, che sia il figlio prediletto della Natura, perchè vuolsi a ragione
considerar’ l’Arabia come il paese natale del Cavallo.
Se dunque i Cavalli che popolano le altre contrade ebber origine dagli Arabi; cosi
traslocati diventan piante forestiere, soggette a degenerare in ragione più o meno
della boutà del clima, e dell’alimento. Ritenuto questo principio, è forza sempre
rinnovare le razze coll’ attingere possibilmente a quell’origine primigenia, onde
impedirne la degenerazione difettosa.
Oltre il rinnovarle, conviene anco incrocicshiarle, affinchè le perfezioni de’ padri
forestieri corroggano i difetti delle madri indigeve. Non gioverà mai far uso di Cavalle
forestiere, perchè queste, oltre i pericoli che corrono prima di essere naturalizzate,
se provenissero massime de’paesi de’padri; non combinerebbero la mescolanza raccomandata,
oltredichè la natura non può guarantire la madre dall’ influenza d’un clima inferiore
a quello della sua nascita, e contribuire ad un tempo al buon frutto d’una Cavalla
che soffra : dunque s’impiegheranno sempre Cavalle del paese, diligentemente scelte
con Istalloni forestieri.
Questa verità mi riusci far conoscere al cessato Governo : un deposito di Stalloni
mi venne affidato; cercai combinarli col genere vario delle differenti Cavalle ne’diversi
Dipartimenti : il risultato torno felice alla cosa pubblica, daca chè cominciasi a
vederne frulli preziosi. » Présentation de l’éditeur (1814)
: amélioration, Arabe (AR), élevage, haras, Italie, race