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Il cavallo da maneggio — 1650 / GALIBERTO Giovanni Battista, 1650 | |||||||||||
Il cavallo da maneggio. Libro. Dove si tratta della nobilissima virtu del cavalcare,
come il cavagliere deve star’à cavallo, accio sia chiamato perfetto cauagliere, amato,
e stimato da tutti; come si deve domar’il cavallo. Governare, inserrare, imbrigliare,
ammaestrare … Della razza dei stalloni, de pelami; de segni buoni, e cattivi; & in
fine dei rimedii ad’ogni sorte d’infirmità che puol accader’al cavallo. Divisio in
tre parte, nella prima si tratta del conoscer li cavalla; nella second ail modo di
cavalcare; nella terza il modo di medicar’ ogni sorte d’infirmità; con tre tavole.
Dedicato alla Sacra Reggia Maesta di Fernando IV. Re d’Ungheria e Boemia, &c.
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GALIBERTO Giovanni Battista
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Italien |
« folio. Vienna, 1650; 1658; 1659 . » Huth (1887)
« L’opera è divisa in tre parti. Nella prima tratta della conoscenza dei cavalli -“Del
conoscer li Cavalli”-, nella seconda dell’addestramento del cavallo –“Del domare,
& insegnar al cavallo nella Cavallerizza”- e nella terza , la più lunga, della ferratura
e delle malattie con le relative cure - ”Dell’inferrare, medicar la febre, cavar sangue
al cavallo giovane, o vecchio, conoscere l’infirmità, e li rimedij a quelle opportuni”.
A conclusione dell’opera un capitolo è dedicato alle “magagne e difetti naturali”
del cavallo, un divertente elenco di difetti che oggi raramente, si possono osservare
in un cavallo ma che, forse, all’epoca si potevano riscontrare.
Il libro di Giovan Battista Galiberto, nella sua primitiva edizione, è particolarmente
ricercato per la bellezza delle tavole, ma il suo vero valore consiste nel contenuto
che rispecchia la cultura equestre della prima metà del XVII secolo. Gli insegnamenti
sono ancora quelli del secolo precedente, tramandati dai “classici” rinascimentali.
Dalla lettura del terzo capitolo dedicato alle cure del cavallo, non appare nulla
di nuovo. Le ricette proposte per i vari mali sono ancora quelle dei secoli passati,
anche medioevali, trasmesse da generazione in generazione, sovente solo oralmente.
Si trattava dei “segreti” che Pignatelli raccolse e trasmise nella sua opera nella
quale la superstizione molto spesso ha il sopravvento sulla “scienza”. Per quanto
riguarda l’addestramento del cavallo Galiberto non si allontana dal pensiero dei suoi
predecessori o contemporanei. Puntualizza di procedere con gradualità, di non fare
violenza sull’animale, di rispettarlo, soprattutto agli inizi nella scelta della giusta
imboccatura perchè “un cavagliero, il quale sappi ben cavalcare e conoscere ogni sorte
di cavalli, deve anco saper ben’imbrigliare”. »
Mario Gennero (2019)
« Altre edizioni :
Vienna, Giovan Giacomo Kyrneri,
1659
Vienna e Bologna, Gio. Battista Ferroni, 1659 [in formato piccolo]. »
Patrizia Arquint (2019)
« Cet ouvrage a été acquis le samedi 28 janvier 2006 lors de la vente aux enchères de Nancy d’une partie de la bibliothèque du général L’Hotte. Rare. L’ouvrage porte la signature "G. L’Hotte". » IFCE
: 17e siècle , alimentation , conformation , dent , dressage , embouchure , Ferdinand III , haute-école , Italie , maladies , mors , Naples (Italie) , planche , plan de terre , race , robe , saut d’école , travail à la longe , Vienne (Autriche)